Donnerstag, 13. Februar 2014

Il concetto di Pendelverkehr e il paradosso di Bundesplatz

Quando sono venuta in questa città per la primissima volta (ormai nel lontano 2005), una delle cose che effettivamente mi colpì più di tutte furono cantieri e gru, sparsi qua e là per tutta la città.
Mi dissero, a suo tempo, che Berlino era una città da ricostruire, che quei cantieri cercavano di allontanare il fantasma del passato e di risanare il risanabile e costruire sul costruibile. Pensai che se fossimo stati in Italia, Berlino sarebbe stata la città dei condoni e degli appalti corrotti, ma non divaghiamo. In fin dei conti è Germania, queste cose qua non succedono. Qua si agisce alla luce del sole e, al massimo, si chiedono soldi alla Baviera e al Baden Württenberg. 

La capitale del dinamismo e dello sviluppo costante è riuscita a trasformare la deliziosa piazza di Potsdamer Platz, da grande monumento barocco a cielo aperto, a una stazione prevalentemente "morta" (cosiddetta "Geisterbahnhof", ossia "stazione fantasma"), con tanto di muro e traffico bloccato a una vera e propria perla del futuro. Per dirla in parole povere, per una che come me è abituata al Rinascimento è stato come un colpo in un occhio.

Ed è qui, in una città tanto viva e in continuo divenire, che il concetto di Pendelverkehr inizia ad aleggiare nella vita di ognuno di noi, in modo più o meno devastante. 

Innanzitutto, cos'è il Pendelverkehr? Il Pendelverkehr (lett. traffico pendolare) è, di per sé, un metodo per creare disagio. Organizzato talvolta alla perfezione e, talvolta, - chissà! - durante le ore della siesta dall'azienda che dirige i mezzi di trasporto berlinesi, il Pendelverkehr è una specie di supereroe chiamato a portare serenità, laddove è arrivato il male di ingegneri, capicantiere e muratori. Una sorta di Batman. Sì, perché il Pendelverkehr non viene mai da solo. Con lui c'è sempre Robin, ovvero l'Ersatzverkehr (lett. servizio sostitutivo). 

Facciamo un esempio pratico. 
Ammettiamo di avere una linea metropolitana ultraveloce, come la U9 (che nel caso nostro taglia la città da Nord a Sud, passando per dei punti cruciali, come Zoologischer Garten e Kurfürstendamm). La U9 è la linea arancione, disponibile in tutte le cartine della città, locata prevalentemente in fondo a sinistra.

Mettiamo di dover risistemare uno scambio a Zoologischer Garten. E già che ci siamo di voler dare un'aggiustata al tratto tra Turmstrasse e Zoologischer Garten. Offriamo al cliente sventurato un Ersatzverkehr, ovvero: scendi cliente sventurato, sali alla luce del sole e cerca il benedetto bus che ti porta a Zoologischer Garten. E poi, già che ci siamo, perché non dare una risistemata anche al tratto tra Zoo e Güntzelstrasse? E qui arriva Batman. Lui. L'unico e inimitabile trenino che, sfruttando solo un binario, ti porta avanti e indietro tra Zoo e Güntzelstrasse.

Ricapitolando: da Wedding, io dovrei prendere la U9 a Leopoldplatz, scendere a Turmstrasse, farmi in autobus fino a Zoo, rimontare sulla U9, scendere a Güntzelstrasse, cambiare probabilmente binario e proseguire in direzione Rathaus Steglitz. 

Facciamo un passo indietro. È sabato 9 febbraio. Dopo una settimana di lavoro intenso, arrivare al weekend e dedicarsi a se stessi è proprio la ciliegina sulla torta. Decido di dormire come se non ci fosse un domani, di alzarmi con la calma olimpica, fare spesa e dirigermi verso la Super Fit di Steglitz. Perché è sabato, e ci può stare. Perché di solito la U9 sfreccia e mi ci porta in 17 minuti. Arrivo a Leopoldplatz, fischiettando. 

Sul display della stazione leggo "Rathaus Steglitz". Monto su. A Turmstrasse vedo la gente che si catapulta fuori. Mi tolgo le cuffie dalle orecchie giusto in tempo per sentire "Bitte, alle aussteigen!". Non capisco cosa stia succedendo. Scendo. Riguardo il display: "Osloer Strasse". Fermi tutti, il treno torna indietro. Perché? Cerco una parete con qualche spiegazione. Sì. Perché a Turmstrasse non c'è nemmeno la signora che annuncia il treno in persona. Capisco che c'è un Ersatzverkehr. Esco. Raggiungo la fermata. C'è talmente tanta gente ammatassata, che probabilmente le acciughe di un barattolo sottolio, a confronto, sono libere di ballare il walzer. Torno giù. Serve un'alternativa. Nel frattempo è già passata mezz'ora. Il sabato è l'unico giorno in cui posso sperare di trovare un tapis roulant libero, visto che, fra settimana, alle 18.30/19 non è fattibile. Voglio un tapis roulant, me lo merito.

Riscendo, decido di tornare indietro. Scendo a Westhafen. Vado a prendere la S42. Aspetto. La polizia è dovuta intervenire a Greifswalder Strasse. Il treno è in ritardo. Sento l'annuncio "Wegen Bauarbeiten" (a causa di lavori...). Un annuncio costante. Stanno sempre a costruire. Penso che un bebè berlinese pronunci proprio "wegen Bauarbeiten" come prime parole, anziché la banale "mamma". Cerco una parete esplicativa. Leggo il problema. Non mi tange. Ciao. 

Arriva il treno e salgo. Dopo circa 20 minuti sono a Bundesplatz.
Mi trovo esattamente sotto il tipico cartello blu delle stazioni S-Bahn di Berlino, quelli con tanto di scritta bianca recante il nome della stazione in cui ci si trova e con brevi indicazioni stradali e/o di altri mezzi di trasporto da lì facilmente raggiungibili.

Guardo il cartello. Vedo il simbolo U. Lo seguo. Scendo le scale. Mi fermo al binario. Leggo "Osloer Strasse". Credo di trovarmi in una candid camera. Uno, perché quel treno non arriverà mai a Osloer Strasse, bensì a Güntzelstrasse. Poi servirà cambiare sul trenino pendolare. Poi prendere un autobus. Poi rimontare sulla U9. Poi... ma che ci andate a fare a Osloer Strasse?

Mi giro per andare sull'altro lato della banchina. C'è un muro. Continuo. C'è un muro. Continuo, vedo della luce. Sono le scale di prima. Spaesata mi guardo attorno e cerco una parete esplicativa. La trovo. Devo risalire le scale. Torno al punto di prima. Le indicazioni della U non sono due perché si possa scegliere liberamente da quale parte andare. No, sono due perché una ti porta a Osloer Strasse (con tanta pazienza) e l'altra ti porta a Rathaus Steglitz.

Sono quasi le 16. Adesso potrei veramente uccidere per un tapis roulant libero. Scendo dalla parte giusta. Prendo il treno. Arrivo in palestra. Entriamo in 6. Corro al primo armadietto, mi cambio in tempi record. I cinque tapis roulant erano tutti liberi. Una dovrà restare fuori. È una corsa contro il tempo. Torno nella sala, 4 tapis roulant su 5 sono ormai occupati. Faccio l'unica cosa possibile: lancio l'asciugamano sul tapis roulant libero, guadagnando così un paio di metri e conquistandolo in modo vile.

Durante la corsa mi sono posta un quesito: è venuta prima la U-Bahn o la S-Bahn di Bundesplatz? Qual'è stato il primo incastro? Mi ricorda un po' il paradosso del "viene prima l'uovo o la gallina?"

E con questo dubbio amletico, vi lascio alla vostra serata. Attenzione alle U sui cartelli. E che il Signore vi faccia trovare sempre una parete esplicativa.

Stay tuned!

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